Il termine austerity indica un periodo della storia a cavallo tra il 1973 ed il 1974, durante il quale molti governi dei Paesi occidentali, compreso quello italiano, furono costretti ad emanare disposizioni volte al drastico contenimento del consumo energetico, in seguito alla crisi petrolifera del 1973. Vediamo insieme quali sono le conseguenze per gli italiani oggi.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. (cit.)
E’ così anche per la storia, ciclicamente gli eventi si ripetono, cambiano magari gli addendi, ma non il risultato!
E’ così che dopo nemmeno mezzo secolo, l’Italia e l’intera Europa, si ritrovano in una profonda crisi energetica, con il rischio di nuove limitazioni, dopo quelle vissute nel periodo pandemico dettato dal Covid-19.
Ma cosa prevede questo piano Austerity? Facciamo un accenno alla crisi petrolifera del 1973 per comprenderlo.
La crisi del 1973
Con il termine crisi petrolifera si intende il periodo tra Ottobre 1973 a Marzo 2014, dove i prezzi del petrolio, e dei suoi derivati, aumentarono esponenzialmente, fino a raggiungere quotazioni quattro volte maggiori.
La situazione fu aggravata dalla conseguente interruzione dei flussi di approvvigionamento di petrolio verso le nazioni importatrici.
In questa crisi non vi erano Russia e Ucraina, ma l’Egitto e la Siria che attaccarono l’Israele, sostenuti anche da altri Paesi Arabi, sequestrando anche navi mercantili nei confronti dei paesi maggiormente filo-israeliani.
Per fronteggiare tale crisi energetica il Governo Italiano mise in atto delle misure per il risparmio energetico che prevedevano dei cambiamenti immediati, tra cui:
- il divieto di circolare in auto la domenica;
- la fine anticipata dei programmi televisivi;
- la riduzione dell’illuminazione stradale e commerciale.
Inoltre furono emanate anche delle restrizioni sugli orari per negozi e uffici pubblici negozi.
Nella primavera del 1974 la crisi energetica cominciò pian piano ad allentare, ma non quella economica.
Piano Austerity nel 2022
Con il termine <<Austerity>>, quindi, si intende un regime di restrizione ed è quello che a distanza di 49 anni, sembrerebbe, ci apprestiamo a ri-vivere.
La crisi energetica, indotta dagli aumenti dei prezzi del gas naturale, nel giro di pochi mesi ha messo in ginocchio intere Nazioni.
L’11 Luglio le importazioni giornaliere di gas naturale sono state ridotte di un terzo e con l’ultima notizia da parte di Gazprom, multinazionale russa che si occupa prevalentemente di estrazione e vendita di gas naturale, di non essere in grado di garantire il buon funzionamento del gasdotto Nord Stream 1, il quale collega Russia e Germania, mette a repentaglio la continuità dei flussi.
Motivo per cui il piano di emergenza Austerity potrebbe diventare presto realtà con tutta una serie di restrizioni.
Le restrizioni
Le possibili restrizioni potrebbero cambiare in base allo stato di emergenza.
Avevo già parlato in un articolo dei limiti imposti alle temperatura del climatizzatore, in vista del prossimo inverno anche le temperature dei termosifoni potrebbero essere ridotte.
Possibili anche diversi “coprifuoco” sia nell’utilizzo dell’illuminazione, sia per quanto riguarda la chiusura anticipata di attività commerciali e uffici pubblici.
Infine anche la riduzione dei servizi gas e luce alle imprese cosiddette interrompibili, come fonderie, acciaierie, cartiere, ecc…
Nel 1973 la crisi petrolifera durò circa 6 mesi, ad oggi siamo a 8 mesi e la corsa all’impennata dei prezzi non sembra arrestarsi.
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