Si è concluso il primo mese del nuovo anno e le aspettative lasciano ben sperare con una riduzione del 41% del PUN rispetto a Dicembre. Scopriamo i dettagli in questo articolo.
Ormai è ufficiale: la borsa elettrica è diventata una vera e propria montagna russa e mese dopo mese fa registrare percentuali di aumento e diminuzione fuori di testa.
L’ultimo aggiornamento vede il mese di Gennaio chiudere con un -41% rispetto al mese di Dicembre, una simile riduzione si era registrata già ad Ottobre con addirittura un -50%.
Ma cosa ci dobbiamo aspettare da questo 2023?
Il 2022, l’anno peggiore di sempre
Dopo un 2022 da dimenticare, dove complessivamente la media annuale del PUN è stata pari a 303,95 €/MWh, 5 volte più superiore rispetto alla media complessiva dal 2004 al 2019, l’inizio di questo 2023 lascia ben sperare.
Nel 2022 spiccano:
Luglio su Giugno: +49%
Ottobre su Settembre: -51%
Percentuali inverosimili che lasciano increduli chiunque li legga.
Dopo un anno del genere la speranza dei consumatori è quella che perlomeno i prezzi si mantengano sulla stessa lunghezza d’onda di quelli di Gennaio e che nel 2023 non dovremmo fare un giro sulle montagne russe come già successo nel 2022.
91,5 miliardi di euro in più nel 2022
Da una recente analisi condotta dall’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre ha evidenziato come, famiglie e imprese hanno speso ben 91,5 miliardi in più, rispetto al 2021, per far fronte al caro bollette.
La stangata ha colpito più le imprese che le famiglie; le prime hanno pagato 61,4 miliardi in più, per le secondo la spesa ammonta a circa 30 miliardi di euro.
Tra le ripartizioni geografiche del Paese risulta che è il Nordest l’area più interessata dagli aumenti: rispetto al 2021 la stima degli extracosti per energia elettrica e gas è salita del 118,1 per cento. Seguono il Nordovest con il +116,6 per cento, il Centro con il +113,6 per cento e il Mezzogiorno con il +109,9 per cento.
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