Mercato libero si o mercato libero no? I consumatori sono ancora scettici quando si parla di libero mercato se si tratta di sottoscrivere un contratto per la fornitura di elettricità.
Dal 1999, quando il decreto Bersani ha aperto alla concorrenza il settore dell’energia, soltanto una famiglia su tre ha deciso di abbandonare il monopolista di settore.
Due terzi degli italiani preferiscono rimanere all’interno del mercato tutelato snobbando le offerte dei singoli operatori.
Anzi, negli ultimi anni è addirittura accaduto che i consumatori abbiano deciso di tornare indietro, delusi dalla concorrenza nel settore e convinti che la “protezione” della tariffa fissata ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia sia la scelta migliore.
Anche se nel primo semestre del 2022 sembrerebbe che la fuga dal maggior tutela abbia ripreso piede, causa gli aggiornamenti trimestrali e la crisi energetica!
Perché non cambiare?
Secondo i consumatori italiani il mercato libero risulta poco appetibile: lo rivela l’Authority che ha appena pubblicato i risultati del Monitoraggio dei mercati retail relativi al biennio 2014/ 2015. Con risultati sorprendenti e certificando il fallimento del passaggio alla libera concorrenza, almeno per quanto riguarda le utenze domestiche.
Il 68% delle famiglie non è ancora passata al libero mercato, a causa della “limitata conoscenza delle del mercato”, probabilmente a causa di una parziale fiducia nei mercati stessi o semplicemente per indifferenza al tema.
L’Autorità sottolinea anche la “minore appetibilità per i venditori”.
In pratica, guadagnando poco, gli operatori non hanno grande interesse a farsi una leale guerra a colpi di offerta (come avviene invece per la telefonia) per conquistare nuovi clienti.
La casistica dei contratti truffa è sempre in aumento, motivo per cui molti decidono di affidarsi “ai più conosciuti”.
Tanto è vero che il livello di concentrazione nel mercato domestico rimane elevato, con il primo operatore che mantiene una quota di mercato attorno al 50 per cento.
Attenti ai servizi aggiuntivi
Ma perché i consumatori non vogliono passare al libero mercato?
Fondamentalmente perché la libera concorrenza ha portato prezzi del servizio più alti.
Sembra un controsenso, eppure l’Authority conferma che “le offerte sono spesso caratterizzate dalla presenza di ulteriori servizi collegati alla fornitura e non presenti nei regimi di tutela”
Il prezzo del mercato libero comprende una quota di elementi aggiuntivi alla fornitura di energia (come programmi fedeltà, servizi extra, energetici e non) che ne rendono assai ardua la comparazione.
La convenienza è on-line!
In realtà il libero mercato può risultare molto conveniente!
L’autorità stessa consiglia di cambiare spesso fornitore approfittando dei pochi che propongono offerte più vantaggiose alle famiglie e sottoscrivere sempre un contratto via internet.
In questo caso “i venditori minimizzano i costi di acquisizione del cliente rispetto agli altri canali di vendita, consentendo offerte mediamente più vantaggiose”.
Nel 2024 cambia tutto
Lo scenario potrebbe cambiare radicalmente fra due anni, quando scatterà l’obbligo per tutti gli utenti di abbandonare il mercato tutelato e sottoscrivere un contratto sul libero mercato.
Molti addetti ai lavori avvertono che in una prima fase le tariffe saranno destinate a salire, almeno fino a quando gli operatori non cominceranno a farsi una guerra dei prezzi.
Per questo motivo sarà importante abituarsi per tempo a cambiare fornitore così come è già avvenuto nella telefonia alla ricerca del prezzo migliore.
A questo scopo l’Autorità ha introdotto la tutela graduale, un servizio che permette ai clienti finali di abbandonare gradualmente il mercato di tutela, passando da un servizio di libero mercato con tariffe eguagliate ai prezzi all’ingrosso.
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