“Se mi lasci non vale”: è con il motivetto del famoso successo di Julio Iglesias del ‘76 che apre la puntata di Report – il famoso programma d’inchiesta di RAI 3 – che riprende, a poco più di un anno dalla fatidica data di Luglio 2020, la situazione attuale del mercato dell’energia in Italia.
“Il nuovo è un imbroglio”.
“Ti obbligano a passare al mercato libero”
“Sulle bollette ci capisco molto poco”.
Sono solo alcuni dei commenti che riassumono il sentiment attuale degli italiani quando si parla di energia e di bollette.
Una triste conseguenza della confusione accumulata in un processo, quello di liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e gas, avviato da più di 20 anni ma che ancora stenta a raggiungere i suoi obiettivi originari.
Cosa significa liberalizzazione?
Negli anni ‘60 in Italia c’era un un solo soggetto (ENEL) che vendeva energia in Italia; nelle zone geografiche in cui non arrivava la portata di Enel intervenivano ACEA (per la zona di Roma) e A2A (per le province di Milano e Brescia).
Questa situazione è durata fino alla metà degli anni Novanta, quando il decreto Bersani recepisce le indicazioni europee per avviare un processo di liberalizzazione dell’energia con lo scopo di garantire il graduale passaggio da un regime di monopolio a uno di libera concorrenza.
Dal 2007 ad oggi in Italia hanno quindi vissuto, fianco a fianco, due entità:
Il mercato libero.
Il mercato tutelato (o maggior tutela).
Il mercato di salvaguardia (esclusivamente per tutte le imprese e gli enti pubblici che non abbiano ancora esercitato il diritto di scegliere il proprio fornitore sul mercato libero dell’energia e siano intestatarie di almeno un sito in MT o AT sul territorio nazionale; inoltre, sono soggette al regime di salvaguardia anche le imprese titolari di soli siti in BT con oltre 50 dipendenti e con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro).
Il regime di maggior tutela (che prevede per i consumatori tariffe definite trimestralmente dall’Autorità per l’Energia) doveva durare 10 anni: in questo periodo i consumatori avrebbero avuto quindi tutto il tempo per scegliere un fornitore del mercato libero.
Nei fatti, la durata del regime di maggior tutela ha subito diverse proroghe; nel frattempo, sono ancora oltre 10 milioni i consumatori che acquistano energia da un operatore che fa capo alla maggior tutela, mentre si contano sul mercato più di 600 operatori.
Gli italiani sanno abbastanza del mercato libero?
Per cominciare ad informarsi e dare un supporto concreto ai tutti quei consumatori che vogliono entrare nel mercato libero dell’energia ’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ha realizzato un Vademecum, con l’obiettivo di aiutare il consumatore e minimizzare i rischi di scelte sbagliate.
Tuttavia, oggi c’è ancora tanta strada da fare per rendere davvero consapevoli i consumatori sulle opportunità che il mercato libero offre.
Tendenzialmente si creano due categorie:
- Chi non ha scelto ancora il fornitore di energia (ovvero, è ancora in maggior tutela);
- Chi, anche a sua insaputa, è passato al regime di mercato libero.
Perché abbiamo sottolineato “anche a sua insaputa”?
Perché nel periodo di transizione di cui abbiamo prima accennato alcuni monopolisti hanno cercato di portare, in modo non sempre trasparente, i propri clienti nel ramo di mercato libero.
Il mercato è davvero “libero”?
“L’ACEA ha varato un piano per trasferire entro il 2018 la maggior parte dei clienti possibile sul mercato libero, selezionando nella platea di clienti quelli più convenienti.”
Abbiamo riportato le parole di Alberto Irace, Amministratore Delegato di Acea dal 2014 al 2017.
Cosa è successo in pratica?
Semplicemente, i big del mercato tutelato hanno insistito sui propri clienti per far sì che scegliessero la loro controparte del mercato libero, in vista della completa liberalizzazione del mercato.
Liste di migliaia e migliaia di clienti sono passate da un operatore della maggior tutela a un altro del libero mercato: non attraverso un acquisto vero e proprio, ma bensì con un semplice transito tra società appartenenti allo stesso gruppo. E nel frattempo clienti si sono trovati con contratti che non avevano mai firmato.
Lo ha fatto Acea Energia, società controllata da ACEA, e lo ha fatto la stessa ENEL. Per questo motivo sono partite istruttorie da parte dell’Antitrust e entrambe le società sono state multate, rispettivamente per 16 e 93 milioni di euro.
Anche noi abbiamo già parlato di truffe legate al mondo dell’energia!
Come fanno gli utenti a scegliere e decidere?
Orientarsi nel mercato libero per un cittadino non è semplice: esistono infatti più 600 fornitori, tutti con offerte a prima vista “imperdibili”.
Se paragoniamo questi dati a quelli di altre nazioni europee, il confronto è impietoso: ad esempio, in Inghilterra esistono solo una trentina di fornitori, a fronte delle nostre sei centinaia.
Inoltre, come evidenzia anche la giornalista di Report, sono molto pochi i consumatori in grado di leggere e capire una bolletta.
Secondo alcuni dati 9 utenti su 10 non sanno quanto spendono effettivamente per luce e gas ed è difficile potersi orientare nel mercato libero.
Il problema principale è questo: per una scelta consapevole il cliente dovrebbe avere la consapevolezza di quanto spende per l’energia. Ma nella stragrande maggioranza dei casi non è così.
Nell’intervista a un consumatore si sottolinea che, su una bolletta di oltre 300€, la spesa effettiva per l’energia è di soli 71€. Il resto sono tasse!
Oggi la scelta di un fornitore nel mercato libero si basa esclusivamente sul prezzo trascurando tanti altri fattori, come il tempo e lo stress.
In base al rapporto annuale del 2018, sulla qualità dei call-center, di sono circa 500 mila i reclami scritti, su quasi 54 milioni di clienti elettrici e gas analizzati e 550 venditori.
In primis problemi legati alla fatturazione, bollette incomprensibili e costi poco chiari.
Reclami che hanno portato via del tempo e generato, con molta probabilità, sensazioni di ansia, frustrazione e anche rabbia.
Questi numeri ci portano a comprendere che per sopravvivere al mercato libero la prima regola è quella di non basarsi esclusivamente sul prezzo, ma valutare anche la qualità del servizio offerto sia in termini di servizio clienti che di informazione per il cliente finale.
Noi di Revoluce ci teniamo a tutto ciò, con noi hai sempre la certezza di sapere quanto paghi e se non dovessi venirne a capo abbiamo tutti gli strumenti per supportarti.
Come uscire dall’incubo delle bollette incomprensibili
Tra spese per trasporto, distribuzione e oneri di sistema, il prezzo per la materia prima rappresenta solo il 40% della spesa totale. ¼ dei costi va a finire negli oneri di sistema, che dal 2010 al 2016 sono passati da 5 a 10 miliardi.
All’interno di questi oneri di sistema ci sono costi che definire “opachi” è un eufemismo.
Se è vero che per una scelta consapevole il cliente dovrebbe avere la consapevolezza di quanto spende per l’energia, la soluzione è semplice: affidarsi a società che ti dicono realmente quanto spendi per quello che consumi.
Noi vogliamo suggerirti una soluzione.
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