kW o kWh? Prezzo totale o solo componente? Consumo A1 o F1? Parliamo correttamente di… energia!

termini energia

Sigle, acronimi vari e parole incomprensibili. Di cosa stiamo parlando? Della terminologia presente nelle bollette che, invece di agevolare i consumatori, complica la loro vita ancora di più. In questo articolo scopriamo insieme il significato di alcuni termini più usati nel mondo dell’energia!

In Revoluce crediamo che l’informazione sia una delle cose più importanti per un utente finale. 

Sapere tutto il possibile su ciò che paghiamo ed usiamo è fondamentale per muoversi in un mare tempestoso come quello del mercato energetico

Infatti, pian piano stiamo trattando tutti quegli aspetti un po’ oscuri od ostici dell’energia. 

In questo modo cerchiamo di rendere più fruibile l’energia, più comprensibile l’argomento in questione e più facile da confrontare.

La nostra mission è, a tutti gli effetti, aiutare il cittadino a non vedere l’energia come una tassa da pagare ma come un bene di consumo acquistabile come tanti altri prodotti e/o servizi disponibili sul mercato. Bisogna sapere cosa si compra.

Eccoci, allora, ad un nuovo articolo che vuole chiarire ulteriormente l’energia elettrica. 

In questo caso, semplificheremo alcuni termini che spesso vengono confusi o usati erroneamente.

Il kilowatt (kW) e il kilowattora (kWh)

Una delle confusioni più grandi che si incontra nel mondo dell’energia elettrica riguarda queste due sigle:

  • kW.
  • kWh.

 

Cosa vogliono dire queste poche lettere ripetute? Quando usarle? Cosa indicano?

Con calma!

Il kilowatt (conosciuto anche come chilowatt o ancor più noto come kW) è l’unità di misura della potenza. In poche parole è il limite di energia che si può prelevare dal contatore. Sopra questo limite l’erogazione si blocca. Usando termini semplici seppur tecnici, il kW è la quantità di energia assorbita nel tempo.

Ovviamente la potenza disponibile è maggiore del 10% della potenza impegnata:

  • 3kW -> 3,3kW.
  • 4,5kW -> 5kW.
  • 6kW -> 6,6kW.
  • E così via.

 

Se volessimo fare un paragone più comune la potenza del contatore espressa in kW è paragonabile ai cv (cavalli vapore) del motore di un’automobile.

Il kilowattora (o chilowattora o più conosciuto come kWh) è l’unità di misura dell’energia elettrica ed è il rapporto fra la potenza impiegata in un’ora di tempo. Per restare sul tema automobilistico il kWh può corrispondere ai km/h del tachimetro dell’auto.

In sintesi, parliamo di:

  • kW se parliamo della potenza del contatore.
  • kWh se parliamo dei consumi del contatore.

 

Vediamo ora un altro punto di collisione.

Prezzo finito o componente energia?

Prima di capire questa differenza enorme (!) fra il prezzo finito e il prezzo della componente energia, facciamo chiarezza su cosa paghiamo per l’energia.

I costi per l’energia elettrica possono essere divisi in quattro macro aree:

  • Materia prima energia.
  • Commercializzazione e gestione.
  • Oneri di sistema.
  • IVA e accise.

 

Cosa riguardano queste voci?

Quando si parla di materia prima energia si parla, in senso stretto, dell’energia elettrica che viene prodotta e poi consumata ad un determinato costo.

Con commercializzazione e gestione si intendono tutte le attività accessorie che servono per condurre la corrente elettrica dalle enormi centrali fino al piccolissimo interruttore di casa.

Per i famigerati oneri e di sistema rimandiamo ad un articolo che tratta proprio di questo.

Infine, IVA e accise sono tutte le tasse e le imposte statali.

Ora che abbiamo chiaro a cosa ci riferiamo possiamo capire cos’è il prezzo totale e quale quello della componente.

Quando in fattura troviamo la dicitura “componente energia” (o una voce simile) e il prezzo oscilla da 0,04€ a 0,08€ si intende il prezzo della sola materia prima energia. A quella cifra vanno sommate tutte le altre spese.

Ad un prezzo finito, come quello di Revoluce, non va aggiunto nulla. Infatti il primo si riferisce all’energia prodotta a monte. Mentre il prezzo finito si riferisce al singolo kWh consumato (vedi paragrafo precedente).

Come si nota sono due cifre che indicano due valori totalmente diversi e del tutto imparagonabili.

Analisi dei consumi: A1, A2, A3 oppure F1, F2, F3?

Questo è un punto delicato e spesso vittima di malintesi.

“Io consumo 98 kWh in A1, 122 kWh in A2 e 18 in F3!”

“Spendi troppo! Io consumo in F3 di più che in A1 e A2!”

E tante altre discussioni che capita di trovare sia sul web che al bar con gli amici.

Cerchiamo di fare chiarezza su queste fasce che spesso ci confondono e ci traggono in inganno.

Cliccando il tastino del contatore si possono scorrere diverse informazioni. Per un dettaglio rimandiamo all’articolo su come leggere il contatore.

Arrivati al sodo e visualizzate le scritte A1, A2 ed A3, le quali fanno rispettivamente riferimento a F1, F2 ed F3, scopriamo cosa sono. 

Queste tre sigle indicano semplicemente la fascia oraria in atto al momento della lettura indicata.

Quali sono queste fasce?

  • F1: dal lunedì al venerdì dalle 08:00 alle 19:00.
  • F2: dalle 07:00 alle 08:00; dal lunedì al venerdì dalle 19:00 alle 23:00; dalle 07:00 alle 23:00 del sabato.
  • F3: dalle 23:00 alle 07:00 dal lunedì al sabato; domenica e festivi.

 

In sostanza una sigla indica i consumi nelle fasce orarie e una sigla indica i consumi nel periodo di fatturazione.

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