Un altro aspetto da non sottovalutare per la propria spesa energetica riguarda quello dell’illuminazione. Scopriamo gli accorgimenti per ridurre il suo consumo non rinunciando a degli spazi ben illuminati.
L’illuminazione domestica è un aspetto da non sottovalutare per la propria spesa energetica, la quale attraverso mirati interventi si può arrivare a risparmiare diverse decine di euro, limitando il consumo e contribuendo anche ad inquinare meno.
Basti considerare come ancora oggi, magari, qualcuno utilizza le vecchie lampadine a incandescenza, le quali hanno un assorbimento di 60 watt di potenza e non possono essere più vendute in Europa dal 2012.
Più avanti, in questo articolo, vedremo come calcolare il consumo di una lampadina.
Con gli altri elettrodomestici come, lavatrice, lavastoviglie, forno, ecc…abbiamo visto come la prima scelta non deve ricadere nel breve termine.
Acquistare un elettrodomestico, ma in questo caso anche delle lampadine, ad un basso costo spesso è correlato ad un bassa efficienza energetica, la quale nel tempo porterà ad una maggior consumo e quindi una maggiore spesa energetica.
Viceversa, acquistando dispositivi ad alta efficienza, si avrà una spesa iniziale maggiore, ma ridotta nel lungo termine.
Ma quindi, quale lampadina scegliere per risparmiare?
Quale lampadina scegliere?
Oggi in commercio ci sono diverse alternative come quelle a risparmio energetico, alogene, a led, ecc…ognuna con un le proprie caratteristiche e il relativo assorbimento.
Oggi senza ombra di dubbio la migliore scelta per illuminare le proprie case ricade in quella del LED.
In particolare il consumo delle luci led è compreso tra i 3 e gli 11 watt all’ora, anche se ne esistono alcune tipologie che consumano solamente 1 watt all’ora.
Inoltre non è necessario attendere che il filamento si riscaldi, riducendo notevolmente gli sprechi energetici, se aggiungiamo il fatto che la vita di una lampadina a LED si aggira tra le 20 mila e 50 mila ore.
Molte persone si riferiscono ai led chiamandoli semplicemente “lampadine a risparmio energetico“, ma c’è una sostanziale differenza.
Le lampade a risparmio energetico hanno una struttura molto simile a quelle ad incandescenza, tuttavia un filamento interno permette di diventare incandescente ad una temperatura più elevata.
Il vantaggio di questa tipologia è quello di garantire una maggiore luminosità e durata rispetto alle lampadine tradizionali.
La loro efficienza è molto alta in quanto, una sola lampadina da 11 watt, può generare la stessa luce di una lampadina tradizionale da 110-120 watt.
Tuttavia, rispetto all’illuminazione LED, le lampadine a risparmio energetico possono diventare molto calde, e quindi, si genera una dispersione dell’energia attraverso il calore. Inoltre frequenti accensioni e spegnimenti della lampadina accorciano il suo ciclo di vita.
Quindi tra le due tipologie senza ombra di dubbio il LED ha molteplici vantaggi ed è il più consigliato per la riduzione dei consumi del comparto illuminazione.
Consigli utili per ridurre il consumo dell’illuminazione
Approfonditi e chiariti gli aspetti tecnici dei due modelli di lampadine maggiormente utilizzate dai consumatori, ora è arrivato il momento di dare alcuni consigli pratici per ridurre il consumo derivante dal comparto di illuminazione, indipendentemente da quale modello si utilizzi.
Probabilmente li conoscerai già, ma li metti in pratica?
Sfruttare, dove e quando possibile, quanto più la luce naturale, spegnere le luci quando non servono sono cose sentite e risentite, poi la differenza sta nel mettere in pratica questi piccoli accorgimenti.
La seconda è possibile metterla in pratica indirettamente, attraverso dei sensori di movimento o dei timer di controllo, riuscendo così ad utilizzare al meglio l’illuminazione nel proprio ambiente.
Un altro consiglio riguarda la “manutenzione”, in questo caso inerente alla pulizia delle lampadine. Sembrerà banale ma uno strato, più o meno spesso di polvere, riduce il flusso luminoso e magari sarà necessario accendere più lampadine per utilizzare lo stesso ambiente.
Anche la posizione dei punti luce gioca un ruolo fondamentale nel risparmio energetico: avere un lampadario o una piantana troppo piccola rispetto alla stanza può comportare l’utilizzo di altre fonti illuminanti.
Come calcolare il consumo di una lampadina
Giunti verso la fine di questo articolo, come promesso, ci dedicheremo a capire com’è possibile calcolare il consumo di una singola lampadina, indipendentemente dalla sua tipologia.
In primis quello che bisogna individuare è l’assorbimento della lampadina, ovvero la potenza che assorbe per svolgere la sua funzione, espressa in watt.
Se prendiamo il caso di una lampadina a basso consumo la stessa può avere un assorbimento di circa 11 watt, mentre una a LED, mediamente a 7 watt.
Per prima cosa occorrerà trasformare i watt in kWh, quindi dividere per 1000 tali valore.
Quindi avremo 0,011 kWh e 0,007 kWh.
Supponendo un utilizzo di 6 ore al giorno, in un anno diventano circa 2200 ore.
Quindi a sua volta avremo un consumo di 124 kWh per le lampadine ad incandescenza e 15,4 kWh per quelle a LED.
Infine, l’ultimo passaggio, è quello di moltiplicare per il costo omnicomprensivo che ti fa pagare il proprio fornitore.
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