E’ fresca di qualche giorno la notizia del tetto massimo imposto ai prezzi di gas. Ciò potrebbe essere motivo di festeggiamenti, ma in realtà la realtà è ben diversa rispetto alla percezione della misura varata dall’UE. Approfondiamo meglio in questo articolo.
Dopo mesi di discussione, l’Europa ha “finalmente” trovato il modo di introdurre un tetto massimo ai prezzi del gas!
“Finalmente un tetto massimo al prezzo del gas, ora si che possiamo festeggiare”
E’ questo quello che potrebbero esclamare milioni e milioni di consumatori dopo la notizia che ha invaso testate giornalistiche e media, ma nella pratica le cose stanno diversamente e da esultare c’è ben poco.
Di seguito tutti i dettagli sul funzionamento di questo price cap e delle relative motivazioni per cui risulterebbe una misura che lascia a desiderare.
Il funzionamento del tetto al prezzo del gas
Ufficialmente la nuova misura introdotta entrerà in vigore dal 15 febbraio, con due condizioni che, qualora si verificheranno, faranno scattare automaticamente la limitazione di prezzo.
Nello specifico:
- superamento della soglia di prezzo del gas, per il mese successivo nella borsa olandese TTF, pari a 180€ al MWh per tre giorni lavorativi;
- il prezzo del gas, per il mese successivo al TTF, supera di 35€ il riferimento per il GNL, ovvero il gas liquefatto, durante gli stessi tre giorni lavorativi.
Con questi parametri nel 2022, secondo i calcoli degli esperti del settore, il meccanismo di limitazione sarebbe entrato in azione per soli 40 giorni, in particolar modo nei mesi di picco come Marzo, Luglio e Agosto.
Una volta attivato, il tetto resterà attivo per 20 giorni, per poi disattivarsi se le quotazioni rientreranno sotto 180 euro/MWh per almeno tre giorni lavorativi consecutivi.
Gli effetti del price cap
Il valore a cui è stato fissato il tetto massimo senza dubbio è vantaggioso rispetto ai picchi che si sono verificati in alcuni mesi del 2022, ma dall’altra parte lascia un po ‘desiderare, in quanto si mantiene su quotazioni alte rispetto ai prezzi prima della crisi energetica. (nel 2021 i prezzi si attestavano a meno di un quarto dal valore del price cap).
Inoltre i vantaggi sulle bollette dei consumatori non saranno immediati e in termini geopolitici potrebbe verificarsi l’ennesima mancanza di importazioni di gas.
Il sistema del tetto massimo come già detto entrerà in vigore a febbraio 2023 e servirà principalmente per limitare i prezzi in vista della stagione primaverile, dove si dovranno nuovamente riempire le riserve per fronteggiare l’inverno 2023.
Quindi da una parte i consumi, con tutta probabilità, si troveranno a pagare di più rispetto ai prezzi pre-crisi energetica, in quanto le previsioni in merito ad una sostanziale diminuzione dei prezzi non contemplano il breve termine, dall’altra “devono ringraziare” il price cap, il quale permetterà, in primavera, di riempire le riserve a prezzi contenuti, mantenendo i prezzi di mercato ai livelli attuali.
Tuttavia c’è un altro lato della medaglia che non bisogna sottovalutare.
Difatti a seguito dell’approvazione del price cap non sono mancate le lamentele dei nuovi fornitori Europei di gas, come Qtar e Algeria, i quali minacciano di non garantire i flussi, così come già accaduto con la Russia per altre situazioni.
Quindi a distanza ormai di oltre un anno sembrerebbe che si siano fatti dei passi in avanti, ma sembrerebbe non vedersi la luce in fondo al tunnel.
Il vero price cap può metterlo ognuno di noi
Il vero price-cap che produce effetti immediati sulle proprie bollette senza ombra di dubbio è il risparmio, inteso come taglio ai consumi, che oltre a favorire una riduzione della spesa, a livello globale permette anche l’abbattimento della domanda e quindi della relativa offerta!
Solamente così si possono limitare le proprie spese, tra cui anche quella energetica.
Ma come farlo?
Grazie ad Enrica, l’energia ricaricabile di Revoluce, avrai modo di conoscere i tuoi consumi e la relativa spesa giorno dopo giorno, in modo tale da potersi organizzare in tempo e comprendere quando la tua spesa sta raggiungendo il tetto massimo imposto in famiglia.
Per comprendere meglio facciamo un esempio pratico.
Supponiamo che per contrastare il freddo utilizzi un condizionatore in modalità pompa di calore, il quale ha un consumo pari 8 kWh al giorno, che moltiplicati per l’attuale prezzo tutto incluso PUN + spread equivale ad una spesa, tutta inclusa, di circa 4,30€.
Ciò sta a significare che con un utilizzo costante e giornaliero la tua spesa per il riscaldamento potrebbe arrivare a pesare 130€.
Grazie a questa previsione potrai intervenire in tempo e “mettere il tuo price cap” ai tuoi consumi, riducendo tempestivamente consumi e spesa energetica.
Inoltre grazie alle ricariche 3-6-12 avrai modo di assicurarti il massimo del risparmio, acquistando in anticipo pacchetti di kWh venduti a prezzo scontato.
In base ai dati di consumo storici di ogni cliente il nostro sistema calcola 3 taglie, pari a 3, 6 o 12 mesi di spesa energia. Ricaricando in anticipo 3 mesi si ottiene subito il 15% di bonus extra, per 6 mesi il 20% e per 12 mesi ben il 30%.
In questo modo ogni revoluzionario riesce ad usufruire di un prezzo decisamente più basso, mantenendo sempre un saldo positivo (così da pagare sempre il prezzo al kWh più conveniente) e non subire gli aumenti che stanno affliggendo il mercato elettrico italiano.
Sei pronto per gestire i tuoi consumi grazie all’energia ricaricabile di Revoluce?