L’evoluzione del mercato energetico italiano sta cambiando. Con l’annuncio che nel 2025 potremmo assistere alla fine del Prezzo Unico Nazionale (PUN), si avvia una trasformazione, prevista dal decreto legge n. 181 del 9 dicembre 2023, con l’obiettivo di allineare l’Italia agli standard europei, promuovendo una maggiore efficienza e integrazione del mercato energetico.
Il PUN, in vigore dal 2004, ha giocato un ruolo cruciale nel mitigare le disparità di prezzo tra le varie regioni italiane, dovute alla distribuzione e all’efficienza non uniforme degli impianti di produzione e trasmissione.
Nonostante tali differenze tra nord e sud continuano ad esistere, anche se in modo più marginale, l’Europa spinge per una riforma che prevede l’adozione di un sistema di prezzi zonali, più aderente alla logica di mercato e capace di riflettere le reali dinamiche di offerta e domanda.
L’Italia ad oggi è l’unico paese in Europa ad avere un prezzo unico di acquisto.
Ma qual è la differenza tra prezzi zonali e PUN?
Secondo la definizione di GME (Gestore Mercati Energetici), con prezzo zonale si indica il prezzo di equilibrio in ciascuna zona geografica.
Nello specifico i prezzi zonali rappresentano il valore al quale l’energia elettrica viene negoziata sul mercato, variando in base alle specifiche zone geografiche. Ciò significa che il prezzo dell’elettricità può cambiare a seconda del luogo di generazione e di consumo. Questa differenziazione permette di tenere conto dei costi effettivi legati alla produzione e alla distribuzione dell’energia elettrica nelle varie aree.
A sua volta, Il PUN, è la media di tutti i prezzi zonali nelle varie regioni d’Italia.
L'analisi del RSE
L’analisi condotta dal RSE – Ricerca Sviluppo Energetico, società del gruppo GSE – Gestore Servizi Energetici – ha esaminato l’impatto che l’eliminazione del PUN potrebbe avere sul mercato elettrico italiano, rilevando come le regioni meridionali, in particolare la Sicilia e la Calabria, avrebbero subito penalizzazioni in un mercato puramente zonale, a differenza delle altre aree che ne avrebbero tratto beneficio.
La ricerca ha evidenziato che l’adozione di prezzi zonali in alternativa al PUN potrebbe comportare cambiamenti significativi nella spesa finale per i consumatori, in particolar modo per la Sicilia stimando aumenti fino al 27,2%, con una diminuzione fino al 5,3% per il Sud.
Le rinnovabili
Se da una parte le stime prevedono degli aumenti per la Sicilia, dall’altra l’RSE prevede che il crescente mercato delle energie rinnovabili giocheranno un ruolo cruciale per i prezzi nelle zone con alta produzione di solare ed eolico, tra cui la Sicilia è in pole position, a discapito delle regioni settentrionali che potrebbero registrare prezzi più elevati.
Per i più curiosi
Sei tra quelli che amano i numeri o semplicemente sei una persona curiosa che ama approfondire?
Sul sito del GME è possibile accedere ad uno storico mensile dei valori del PUN poter individuare i prezzi a ritroso fino al 2004.